sabato 16 maggio 2015

La nostalgia dei girasoli di Gabriella Colletti

Gabriella Colletti, La nostalgia dei girasoli, Manni editore, 2014


Lo scorso ottobre partecipai alla presentazione del primo romanzo La nostalgia dei girasoli di Gabriella Colletti, docente e autrice testi di saggistica artistica e letteraria e di poesia in volume e su riviste specializzate. Molto incuriosita, lessi il libro tutto d'un fiato durante il fine settimana. Rimasi molto colpita, tanto da sentire la necessità di scrivere all'autrice per condividere le sensazioni provate.
Questo romanzo infatti è molto ricco. Lungo le linee su cui si narrano le vicende dei due protagonisti, Boris, scienziato di Mosca che viene reclutato per un importante progetto di ricerca in Kazakistan e Dana, ragazzina nata e cresciuta nella povertà di un piccolo villaggio della Moldavia a cui toccherà la terribile sorte di essere 'venduta' dalla famiglia a tredici anni, finendo così segregata a Istanbul e costretta a prostituirsi, si inseriscono e si intrecciano le storie di molti altri personaggi, in un'alternanza continua spazio-temporale, come se fosse un vero e proprio montaggio cinematografico. 
Bravissima l'autrice a incastrare tutto ciò e a tenere le fila di queste storie che solo alla fine, inaspettatamente, si ricongiungono, completando il puzzle.
La nostalgia dei girasoli racchiude tanti sogni, tante speranze che vengono, quasi sempre, spezzate da un destino crudele, sullo sfondo dell'Est Europa, con tutte le sue problematiche dagli anni Cinquanta, passando per la caduta dell'Unione Sovietica, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Tutto viene raccontato con grande sensibilità da parte di Gabriella Colletti, che riesce ad entrare nella vita di ogni personaggio, dando voce a sogni, delusioni, ma anche voglia di riscatto. L'autrice scava a fondo e anche i personaggi negativi, 'i cattivi', alla fine, in qualche modo, sono a loro volta delle vittime.

lunedì 4 maggio 2015

The Desert, di Adonis

Adonis o Adunis (أدونيس‎), pseudonimo di Alī Ahmad Sa'īd Isbir (علي أحمد سعيد إسبر‎‎), (1gennaio 1930), è un poeta e saggista libanese di origine siriana.

Dopo gli studi condotti presso l'Università di Damasco e poi all'Università Saint Joseph di Beirut, Adonis pubblica nel 1957 la prima raccolta poetica, la quale viene bene accolta e gli vale la stima del poeta libanese Yūsuf al-Khāl (sotto lo pseudonimo di Unsi al-Hajj). quest'ultimo lo invita a contribuire alla nascita della rivista Shiʿr (Poesia).

Adonis è stato molto attivo all'interno del dibattito politico-culturale, estetico e filosofico. Insieme al poeta iracheno al-Sayyāb e al palestinese Ğabrā Ibrāhīm Ğabrā è tra i fondatori del gruppo Tammuzi, dal nome della divinità babilonese, appunto per simboleggiare la volontà di una rinascita culturale araba, rileggendone il patrimonio in una chiave non nazionalistica o religiosa, ma di apertura alla modernità. In quest'ambito si pone, per l'approccio innovativo, anche l'antologia della poesia classica araba curata dallo stesso Adonis.

Gli anni sessanta sono anche quelli di importanti opere poetiche, tra cui i Canti di Mihyār il damasceno (1961), scritto dopo un lungo soggiorno parigino e Il teatro e gli specchi (1968), e della fondazione di nuove riviste quali Afāq (Orizzonti) nel 1964 e Mawāqif (Posizioni) nel 1968 in cui vengono ospitate sperimentazioni poetiche, poesie in arabo dialettale, traduzioni dalle maggiori esperienze poetiche contemporanee (Rilke, Rimbaud, Eliot) e poemi in prosa.

L'opera di Adonis è stata tradotta in molte lingue. Tra le più significative raccolte poetiche si segnalano: Qālat al-Ard (1952; Disse la terra), Aghānī Mihyār ad-Dīmashqi, (1961; I canti di Mihyār al-Dimashqi), Qabr min ajal New York (1971; Una tomba per New York), Kitāb al-Hisār (1986; Il libro dell'assedio), Introduzione alla poetica araba (1992), Poesie (1993), Sijjil (2000), Mūsīqā al-hūt al-azraq (2005; La musica della balena azzurra), Al-Muhīt al-aswad (2006), L'oceano nero.

In Italia gli è stato assegnato nel 1999 il Premio Nonino per la poesia. Nel 2000 gli è conferito il Premio LericiPea per l'Opera Poetica. È stato più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura.

L'artista e musicista Diamanda Galàs interpreta nell'album del 2003 'Defixiones. Will and testament. Orders from the dead' un brano di Adonis tratto dalla raccolta The Diary of Beirut Under Siege, 1982.
Ecco la versione tradotta in inglese da Abdullah al-Udhari.


THE DESERT

1
 My era tells me bluntly:
You do not belong.
I answer bluntly:
I do not belong,
I try to understand you.
Now I am a shadow
Lost in the forest
Of a skull

2
 I'm on my feet, the wall is a fence —
The distance shrinks, a window recedes.
Daylight is a thread
Snipped by my lungs to stitch the evening.

3
 All I said about my life and death
Recurs in the silence
Of the stone under my head …

4
Am I full of contradictions? That is correct.
Now I am a plant. Yesterday, when I was between fire
and water
I was a harvest.
Now I am a rose and live coal,
Now I am the sun and the shadow
I am not a god.
Am I full of contradictions? That is correct …

5
The moon always wears
A stone helmet
To fight its own shadows.

6
 The door of my house is closed.
Darkness is a blanket:
A pale moon comes with
A handful of light
My words fall
To convey my gratitude.

7
 The killing has changed the city's shape — This rock
is bone
This smoke people breathing.

8
 We no longer meet,
Rejection and exile keep us apart.
The promises are dead, space is dead,
Death alone has become our meeting point.

9
 He shuts the door
Not to trap his joy
… But to free his grief.

10
 A newscast
About a woman in love
Being killed,
About a boy being kidnapped
And a policeman growing into a wall.

11
 Whatever comes it will be old
So take with you anything other than this madness — get ready
To stay a stranger …

12
They found people in sacks:
One without a head
One without a tongue or hands
One squashed
The rest without names.
Have you gone mad? Please.
Do not write about these things.

13
 You will see
Say his name
Say I painted his face
Stretch your hand to him
Or walk like any man
Or smile
Or say I was once sad
You will see
There is no homeland …

14
There may come a time when you'll be
Accepted to live deaf and dumb, and perhaps
They'll let you mumble: death,
Life, resurrection —
And peace be upon you.

15
 He wears Jihad uniform, struts in a mantle of ideas.
A merchant — he does not sell clothes, he sells people.

16
 They took him to a ditch and burnt him.
He was not a murderer, he was a boy.
He was not …
He was a voice
Vibrating, scaling the steps of space.
And now he's fluting in the air.

17
 Darkness.
The earth's trees have become tears on heaven's cheeks.
An eclipse in this place.
Death snapped the city's branch and the friends departed.

18
 You do not die because you are created
or because you have a body
You die because you are the face of the future.

19
 The flower that tempted the wind to carry its perfume
Died yesterday.

20
 The sun no longer rises
It covers its feet with straw
And slips away …







Figli della luna di Maurizio Leigheb

Maurizio Leigheb, Figli della luna. Vita e morte tra i pigmei della Nuova Guinea, Novara, Interlinea, 2013

Questa narrazione è anche un caso antropologico. Racconta in prima persona la vera storia di una straordinaria sopravvivenza umana: il popolo dei Pigmei Fa che vive in una sperduta valle sui monti della Nuova Guinea indonesiana. Sono uomini e donne destinati a soccombere e forse a scomparire per sempre all’arrivo degli invasori stranieri. L’etnologo Leigheb viene a contatto con loro subendo il profondo fascino dei luoghi e dell’esistenza isolata e “primitiva” delle comunità indigene fino a raccogliere il loro racconto, che mescola la realtà con la potenza creativa del sogno e la magia. Al di là delle avvincenti vicende narrate, il libro adombra anche problematiche e conflitti di natura universale come la costante lotta tra il Bene e il Male e l’osservazione di comportamenti, sentimenti e pulsioni. Un fantastico viaggio nel tempo e nell’evoluzione dell’uomo.

'amiamo queste montagne verdi, queste valli scoscese e profonde, […] amiamo la luce pura e violenta che le illumina, il cielo che le sovrasta e le loro notti piene di stelle, dove appare Wala, la grande madre luna, che veglia su di noi'





Sonno di Murakami Haruki


Murakami Haruki, Sonno, illustrazioni di Kat Menschik, Torino, Einaudi, 2014




Un'illustratrice visionaria e lo scrittore-illusionista per eccellenza si incontrano al confine tra il sonno e la veglia. Uno dei piú bei racconti di Murakami Haruki, in un'edizione accompagnata dagli splendidi disegni di Kat Menschik.
Una donna attraversa la routine di giorni tutti uguali finché qualcosa di inaspettato irrompe nella sua vita: smette di dormire. Quello che all'inizio sembra un dono diventa la porta di accesso a una realtà segreta e inquietante.