“Eppure vi dico che possiamo farlo” disse ancora una volta Brooklyn.
Così la chiamavano la maggior parte delle volte, oppure l’apostrofavano dicendo semplicemente “l’americana”. Non era ben vista nel gruppo, aveva idee strane, rivoluzionarie per alcune, ma per tutte le altre era solo un po’ svitata. Se ne stava come la maggior parte delle volte, in bilico sul bordo del comò, a quasi un metro dal pavimento di parquet. Guardava giù, l’abisso, cercando di mantenere l’equilibrio sulla pancia tonda e levigata.
“Un giorno o l’altro finirai per schiantarti!”, abbaiò Bent Bulldog, “Legno con legno, sai che impatto!”
Il suo spigolo deciso scintillava lungo il bocchino d’ebanite nera, luce tagliente riflessa fino al fornello in radica pregiata. Guardava quella sciocca pipa in bilico attraverso il cerchio perfetto del fornello; non una scalfittura, una bruciatura, nulla. Nessun segno dopo parecchi anni di impeccabile servizio. Solido legno e polimeri perfettamente amalgamati: così era lei, semplicemente Bulldog come la chiamavano tutte, la vera leader del gruppo. Cosa passava per la testa di quella americana? Non aveva ancora capito? Non si era ancora resa conto di essere un pipa? Una pipa e basta, perdio!
“Bisogna prendere la velocità giusta” continuò Brooklyn, come se non avesse nemmeno sentito il solito sbraitare del cagnaccio (così, in verità, la chiamava lei). “ Velocità e portanza.”“Portanza?” fece eco Roma alle lamentele di Bulldog “ Nun c’hai l’ali bella mia, nun sò se te ne sei mai resa conto!” Ah ah ah ah ….. sbottarono tutte le pipe in coro. Mentre tutte ridevano, Chiara guardò dritto nell’ovale di Dublino. Covava rabbia nei fornelli delle due amiche, rabbia per come tutte trattavano l’americana. Solo Oom Paul non la prendeva in giro, ma nemmeno la difendeva. “Smettetela, brucia tabacco che non siete altro” gridò Dublino. Bulldog non perse un attimo per replicare “ Coraggio irlandese, perché non ci provi anche tu!?”
“Torna indietro Brook, dai, lascia perdere” continuò Dublino senza dar retta allo sbraitare di Bent Bulldog “ Se cadi e ti spezzi finirai nel caminetto, insieme alla legna da ardere.”
“Velocità e portanza” ripeteva tra sé Brooklyn, come ipnotizzata. Era una bella pipa francese, radica bruna e plastica che manteneva ancora un bel colore nero: una forma magnifica, curva sinuosa ma non troppo, un modello “cornetta” si direbbe. Aveva viaggiato, dicevano le altre, aveva attraversato l’oceano almeno un paio di volte; l’atlantico, da Parigi a New York e ritorno. Beh, non proprio: era finita in Italia, dopo che uno scultore piemontese amante delle pipe, l’aveva scovata in un mercatino a Brooklyn: cinque dollari, questo l’amareggiava un po’, perché valeva ben di più, che diamine! Aveva visto le alpi per ben due volte, dal cielo immenso, e al termine del secondo viaggio era discesa dalla parti del lago Maggiore. Era da allora, raccontavano le altre pipe della collezione, che Brooklyn si era messa in testa di volare. “Volare” diceva a volte in un sussurro, mentre teneva il foro del fornello verso l’alto, a guardare quello spazio infinito, dove solo alle volute di fumo aromatico era concesso andare. Ad ogni boccata, osservava quella materia impalpabile salire lentamente, per poi dissolversi in spirali morbide e odorose.
“Il fumo non è affar nostro” l’aveva ripresa una volta una De Luxe.
“Non è affar nostro? Ma come? È da noi che si sprigiona, è quasi un alchimia tra fuoco, aria, tabacco e legno! Ogni volta è come se una parte di me prendesse il volo insieme a quel fumo, insieme al tabacco che il fuoco trasforma in alito di vento!”
“Non ti basta quello che hai qua? Tabacco fresco, scovolini per farti respirare bene, un comodo posto nella rastrelliera, cosa potresti volere d’altro?”
“Io non credo che sia tutto qua” disse improvvisamente Brooklyn, come riavendosi da un sogno ad occhi aperti. Chiara e Dublino le furono al fianco, preoccupate. “Brook, che hai oggi? Ci fai paura!”
“Velocità e portanza”, disse, guardandole un ultima volta.
Spiccò un balzo elegante, sagoma in radica lucida in rapida caduta libera. Pensò alle vaporose spirali di fumo azzurro, ne colse l’aroma deciso con sfumature dolci: “Mac Baren, Dunhill, Ashton”, sapori di cuoio e legno caldo, profumi intensi, profondi come un pensiero intimo, ardito, dissonante. Rivide le Alpi, candide e massicce, innocue da lassù. Sentì il vociare confuso delle altre pipe che guardavano incredule. Senti Dublino e poi Chiara. Bulldog, le parole taglienti del cagnaccio non sembravano più così dure, anzi … e poi Roma, Giubileo, Mister G, Oom Paul. L’aria le accarezzava i fianchi snelli: certo che era fatta per volare! Era questione di attimi. Velocità raggiunta proprio al limite. Portanza era questione anche di portamento, regalità, insomma di come reagisci alla situazione! Sfidò l’impatto impavida, e impaurito da tanto coraggio, l’impatto si sottrasse alle leggi della fisica. Era bellissima, pipa franco-americana col vezzo del volo e forme aerodinamiche.
C’era polvere sul pavimento, la senti strusciarle il ventre, un solletico piacevolmente morbido, come le formule dell’alchimia quantistica: pensò che dopo, avrebbe scritto due parole ad Heisenberg. Capì quello che provava il fumo ogni volta che le usciva dalla bocca tonda, così tonda che nemmeno Giotto avrebbe mai potuto. Pochi secondi, poi riaprì gli occhi, e vide le altre pipe in basso, vide le bocche tonde come sguardi increduli, stupiti in un coro di “Ohhh”. Corresse l’angolo della virata, e sorrise come poté.
Chiara e Dublino si presero per mano: fu il primo volo a due mai tentato nella storia delle pipe. “Banzai!” fece una pipa giappo, presa in una città del sol levante, e le altre dietro come su uno scivolo del lunapark. Sotto lo sguardo liquido di Brooklyn, sfilarono tutte le pipe, perfino Roma seguita da Bulldog, che non sembrava più un cagnaccio goffo, ma un Levriero Afghano in piena corsa libera. Ci volle qualche attimo per imparare le virate, per arrivare anche ai voli rovesciati! Lo stormo di pipe volteggiò nella mansarda, spazio aereo a dire il vero limitato, ma solo fino a quando una finestra si metterà a parlare con il sole.